sabato 26 febbraio 2011

Cultura

Un giorno dopo l'altro, in Italia si perdono delle ottime occasioni per dare una marcia in più alla cultura, in qualunque senso ne si parli.

Vedo con i miei occhi piccoli assessori di provincia, burocrati per lo più ignoranti (facendo di tutta l'erba un fascio, ovvio) bullarsi di iniziative dallo spessore nullo o relativo, più che altro perchè al passaggio buttano la loro faccia sui giornali locali e si infilano in tasca qualche doblone di mancia.

E, guardando più in grande, vedo i biglietti del cinema che aumentano di prezzo, le tasse di soggiorno nelle nostre città, e altre fantasmagoriche trovate che sacrificano la cultura, quella vera, davanti al dio denaro.

Ma pensate un attimo a quello che dovrebbe essere l'ente principale per la cultura in Italia, ovvero il Ministero per i Beni e le Attività Culturali: è stato istituito soltanto nel 1974, e hanno ricoperto l'incarico, oltre a Spadolini - che l'aveva richiesto e avuto - per addirittura due anni, piduisti, sconosciuti neanche illustri, mafiosi (ok, ok, ad interim), proto curati di campagna, big jim e poco altro.

Nella mia parziale ignoranza, in questo elenco di persone di eccezionale cultura, salvo Alberto Ronchey e senza alcun dubbio Walter Veltroni.

E poi, signore e signori, c'è il ministro attuale, quel fenomeno di Bondi.

Diciamocelo (e lo ricorda senza mezzi termini anche Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera di oggi), Bondi ha fortissimamente sperato di essere sfiduciato qualche settimana fa, in modo da poter lasciare la poltrona e defilarsi per fare qualcosa di utile per il Paese, per esempio scrivere delle altre strepitose poesie.

Ora, al di là dell'antipatia che ho per Bondi, va sottolineato come quello che oggi è uno degli uomini più vicini al signor B. abbia militato a lungo nel Partito Comunista. Poi, per oscuri motivi, conosce il signor B. nel 1994, e gli viene affidato il fondamentale compito di smistarne la corrispondenza. Dopodichè, in grazia di non si sa cosa, diventa deputato, coordinatore del PdL, e infine ministro. Del crollo di Pompei sapete già, inutile ribadirlo.

Tornando a bomba, da quando NON è stato sfiduciato, Bondi è uccel di bosco nel suo ministero, non c'è mai, si dà alla macchia, aspetta soltanto che il signor B. gli conceda la grazia e lo lasci libero di tornare alle sue poesie.

Rendiamoci conto, questo è il personaggio a cui è affidata la Cultura in Italia. Cultura con la C maiuscola.

venerdì 18 febbraio 2011

Antonio Zirilli & The Blastwaves

Lo scrivo con colpevole ritardo (minora premunt), ma sabato scorso ero in quel gran locale che è All'Una e Trentacinque Circa di Cantù per vedere Antonio Zirilli & The Blastwaves.

Conosco i ragazzi da qualche anno (e come potrebbe essere altrimenti, quando si parla di una persona che di cognome fa Zirilli), e finalmente hanno preso il coraggio a due mani e da quel di Roma hanno fatto una lunga gita attraverso il centro Italia, che li ha infine portati in Brianza, a guadagnarsi uno spazio tra i grandi nomi che hanno suonato nel locale di Carlo.

Due ore di grande rock, pezzi originali e cover, senza pause e con una manciata di graditissimi interventi di Daniele Tenca, appena tornato dalle finali dell'International Blues Contest di Memphis.

La mattina dopo i ragazzi ripartivano per 600 e passa km di strada, era tempo di tornare a casa.

Insomma, come dico spesso, se capita che passino dalle vostre parti, non perdeteveli.







mercoledì 16 febbraio 2011

Il signor B. (e il 6 aprile)


Il signor B. mi sta antipatico.

Il signor B., anni fa, ha ottenuto il via libera per le sue televisioni commerciali solo grazie al signor C. (cui, immagino, ha elargito laute ricompense).

Il signor B. è poi entrato in politica solo ed esclusivamente per non andare in galera.

Il signor B., ripensandoci, è entrato in politica anche per dare un contentino al suo delirio di onnipotenza.

Il signor B. si è fatto tirare, stirare, levigare, lucidare, dopare, e chissà cos'altro.

Il signor B. ha in testa un caschetto di bitume sagomato tipo Big Jim (un grande grazie a Marco Travaglio, non avrei saputo trovare definizione migliore).

Il signor B. se ne va in giro tutto gonfio e tronfio, con le sue scarpette dal tacco interno e i suoi doppiopetti discutibili.

Il signor B. è ridicolo.

Il signor B. basa la sua intera politica su epiteti come "comunisti" e "magistrati di sinistra".

Il signor B. ha la coscienza sporca.

Il signor B. fa figure terrificanti con i leader stranieri, urlando dietro a Obama e organizzando festini orgiastici con Putin.

Il signor B. cerca di sembrare più giovane organizzando feste in tutte le sue residenze, non ultima Palazzo Grazioli.

Il signor B., che di sicuro non ha problemi di denaro, non riesce a imporre il suo carisma da peracottaro nemmeno al suo personale di sicurezza.

Il signor B. è generoso, ed elargisce denaro a tutte le giovani fanciulle che per puro caso si trovano in casa sua, perchè ne hanno bisogno.

Il signor B. è molto generoso, ed elargisce incarichi politici di importanza variabile a giovani donne meritevoli, ad esempio la Minetti, la Carfagna, la Brambilla.

Il signor B. dovrebbe rappresentare l'Italia davanti al resto del mondo.

Il signor B. dovrebbe vergognarsi.

Il signor B. il 6 aprile 2011 dovrà presentarsi in Tribunale, a Milano, per rispondere di concussione e prostituzione minorile.

Il 6 aprile viene poco prima del mio compleanno.

Il signor B. potrebbe cortesemente farmi un bel regalo?

giovedì 10 febbraio 2011

Festa sì, festa no

All'ombra dei festini di Arcore, si fa un gran parlare di questa fantomatica festa nazionale del prossimo 17 marzo, per i 150 anni dell'Unità d'Italia.

Ora, sgombriamo il campo da dubbi: secondo me è non ha il minimo senso istituire una festa nazionale una tantum, si fa un anno e poi basta.
Anche perchè, per il popolino (e non solo) sembrerebbe una festa fatta apposta per mettere una pezza alla quasi totale assenza di ponti in questo 2011.

Detto questo, se invece la festa è ormai decisa, non capisco tutti quelli che la difendono o si schierano contro, alzando i forconi e dicendo che quel giorno bisogna lavorare, perchè è come gli altri.

Manca poco più di un mese, e siamo ancora qui che brancoliamo nel buio, senza sapere con assoluta certezza se potremo dormire beati qualche ora in più o invece dovremo mugugnare con la solita routine giornaliera.

Personalmente, non mi voglio complicare la vita: quel giorno berrò una sacrosanta pinta (o più di una, voglio sperare) di Guinness verde.

Mentre questa italietta fa sempre più tristezza, brinderò a San Patrizio.

domenica 6 febbraio 2011

Kobe da matti

Tra le varie cose che apprezzo, soprattutto con gli amici, c'è la buona cucina, e quindi anche la carne alla brace. Poche cose si possono paragonare a una bistecca spessa tre dita (accompagnata da patatine fritte e innaffiata da un bel boccale di birra, come dice il buon Tex Willer) al sangue, cotta come si deve.

Ora, ormai tutti conoscono i tagli più "famosi", dall'Angus irlandese al bisonte canadese passando per la nostra Chianina e via dicendo. Tutta carne di indiscutibile qualità, con sapore diverso, più o meno delicato o saporito, a seconda dei gusti personali.

Ma ultimamente sta diventando di moda - come spesso accade, quasi esclusivamente per il suo prezzo proibitivo - il cosiddetto Kobe. Le leggende metropolitane si sprecano, prima tra tutte quella secondo cui l'animale sarebbe massaggiato con la birra e nutrito con la stessa, procedimento che lo renderebbe particolarmente grasso e tenero.

Ieri sera chiacchieravo con un amico che recentemente è andato in Giappone, ed è venuto fuori che la stragrande maggioranza di quello che si dice sul Kobe è del tutto falso. Falsa la storia della birra, falsa la storia dei massaggi, falsa anche la storia secondo cui l'ingrassamento sarebbe frutto di un lavoro artificioso e antico.

Si tratta di una pura e semplice operazione di marketing, di una voce che gli allevatori della regione di Kobe hanno messo in giro per elevare i loro animali al di sopra degli altri, e per farne quindi lievitare il prezzo (che si aggira, nelle macellerie nipponiche, intorno ai 10.000 yen al chilo, circa 75 euro).

Il manzo è in effetti di ottima qualità, ma il grasso presente in quantità nella carne deriva da una capacità naturale di immaganizzarne nel muscolo, niente di più. Agli allevatori poi il compito di seguire la dieta dell'animale, secondo programmi molto precisi, fino ai tre anni, età intorno alla quale viene abbattuto.

Personalmente (ho mangiato il Kobe una volta sola, e non ripeterò la cosa) preferisco un manzo meno grasso e più saporito, ma in ogni caso vi sconsiglio vivamente di ordinare Kobe al ristorante: strapaghereste una bistecca che non ha niente da invidiare alla nostra Chianina. E ovviamente vi fareste pure prendere in giro dal ristoratore di turno, che vi racconterà tutta la solita storiella del massaggio con la birra e via dicendo.

Sempre viva la bistecca di Tex.

giovedì 3 febbraio 2011

Spot

Diciamocelo, anche gli spot pubblicitari, e non solo la tv in generale, sono peggiorati, negli ultimi tempi.

Tra gli obbrobri Tim e Vodafone a imperversare (ok, Vodafone sforna spot nettamente migliori, ma dopo un po' stufano), si elevavano le reclame Fastweb, capitanate da Valentino Rossi e Paolo Cevoli. Ma ormai siamo orfani anche di quelle, causa esigenze contrattuali di Valentino.

Però guardate invece cosa riescono a fare all'estero, quei giganti dei creativi del gruppo Volkswagen.



Chapeau.