mercoledì 31 marzo 2010

Il voto inutile

E finalmente ci siamo tolti di torno queste elezioni regionali.

E' andata com'è andata, lo sapete tutti, e sinceramente non so dire se sia un bene o un male per il Paese.

Da una parte (fatta eccezione, incredibile, per Di Pietro) non si accetta la sconfitta, dall'altra si festeggia in modo sguaiato, e si parla già di rimpasto di governo, riforme e menate varie.

Ma sono in pochi a soffermarsi invece su un aspetto fondamentale di queste elezioni: se mettiamo insieme i voti di Lega, IDV e del Movimento 5 Stelle (l'unico, tra l'altro, ad avere un programma concreto e degno di questo nome), e ci aggiungiamo la percentuale degli italiani che avevano di meglio da fare che recarsi ai seggi, ne viene fuori un numero spropositato, che virtualmente rappresenta la maggioranza assoluta.

Detto questo, nel momento in cui la maggioranza assoluta degli italiani NON vota per i due principali partiti, a mio parere si tratta di un sintomo molto pesante. Non c'è più alcuna fiducia nè nei confronti di chi governa nè di chi cerca di opporsi, e allora ecco che si preferisce non votare, o scegliere un voto di protesta.

Che poi, adesso, cosa succederà? Io spero vivamente che ci si darà da fare con il federalismo fiscale (dopotutto, con la Lega che ha preso ben due regioni, sarebbe il minimo), ma dubito che la cosa si concretizzerà in un tempo ragionevole. Con tutta probabilità, sentiremo di nuovo parlare del Lodo Alfano, del processo breve e di tutta una serie di altre cose che al cittadino fanno solo capire che forse sarebbe stato meglio non votare, e andarsene al mare.

martedì 23 marzo 2010

Il voto utile

Sono sempre stato contro l'astensione dal voto, va detto.

Da quando posso andare a votare, ho saltato (a memoria) solo il referendum in cui, tra le altre cose, si proponeva di cancellare dalla faccia della Terra l'Ordine dei Giornalisti (di cui faccio parte), e un'altra volta di cui ho un vago ricordo, ma per cui non potevo fisicamente andare alle urne, lavorando lontano da casa.

Ma, al di là del dovere civico, il mio è un ragionamento molto semplice: se vai a votare, poi puoi anche sentirti in diritto di protestare o lamentarti nel momento in cui le cose non vanno bene. Se non ci vai, hai fatto scegliere qualcun altro, e quindi stai zitto. Non fa una piega, direi.

Però devo dire che questa volta ho molti dubbi.

La Sinistra italiana, abbandonato Prodi a tergersi il sudore della bicicletta con una fetta di mortadella, ha perso un'identità vera e riconoscibile, nascosta dietro ai paravento che di nome fanno Bersani (no, non il cantante), Franceschini, Marino e via dicendo, relegando nei vecchi bauli gli sprazzi d'intelligenza politica. Evidentemente D'Alema, Fassino, Veltroni e il resto della banda hanno qualcosa di più furbo da fare, e come dargli torto.
Le primarie, precedute da una campagna caciarona e confusionarie, hanno mescolato le poche idee che c'erano, lasciando gli elettori con molte domande e nessuna risposta. Il cosiddetto "governo ombra" fa ridere i polli, come dicevano le nostre nonne.

Dall'altra parte, però, il PDL, che con un minimo di idee concrete avrebbe avuto vita facilissima, scontrandosi con il nulla appena citato, ha invece buttato via questi due anni di governo, soggiogato alle magagne della Lega, investito dai nebulosi e deliranti discorsi di Berlusconi, che di recente ha ridotto drasticamente il suo vocabolario, limitandolo quasi solo alle parole comunisti, magistrati di sinistra, amore, odio e poco altro.

In tutta sincerità, cosa ha fatto il Governo Berlusconi IV in questi due anni? E non parlo delle scartoffie che di sicuro testimoniano l'attività del Governo, ma delle cose che io, cittadino ed elettore comune, posso vedere e toccare con mano? Il niente più totale.
Già ha cominciato male propinandoci un nuovo progetto del ponte di Messina; poi ha peggiorato le cose con la lunga e patetica trafila del Lodo Alfano; quindi ha continuato a scavarsi la fossa con la riforma della scuola; e potrei andare avanti molto a lungo, dando come parziale scusante quelle di star governando in un periodo economicamente complicatissimo, e di aver avuto a che fare con un'emergenza devastante come quella del terremoto d'Abruzzo.

Ma il punto è che non solo le cose non sono migliorate, ma sono anche peggiorate: negli ultimi due mesi abbiamo avuto diritto ad un lungo e ripetuto show affidato quasi in toto a Berlusconi. Dal teatrino con Tartaglia alle accuse a Bertolaso, fino a alle nenie contro Santoro e la Rai tutta, per finire con la manifestazione in piazza (ma come? non sono cose da comunisti?) e il suo milione di partecipanti, quando è fisicamente impossibile che ce ne fossero più di 200.000.
Il tutto condito da promesse che hanno del miracoloso: presumo che nei prossimi giorni, per agguantare gli ultimi consensi, saranno annunciati viaggi a Lourdes con pranzo al sacco compreso per gli antiabortisti (grazie all'amico Beppe Ardito per il suggerimento), abbonamenti a vita al Milan con Campionato e Champions garantiti, immagini in HD di Emilio Fede, ricchi premi e cotillons.

E sì che sarebbe bastato poco. Per dire, sarebbe bastato tagliare le accise sui carburanti (è ancora oggi attiva quella per la guerra in Etiopia, del 1935) e calmierare il prezzo dei medicinali più comuni. Se da una parte questo avrebbe causato una guerra lampo con alcune industrie, dall'altra sarebbe stata una cosa giusta, e avrebbe senza dubbio convinto l'opinione pubblica.

E invece no, ci prendiamo questi due anni di governo, li buttiamo via, e si ricomincia da capo.

Perchè in fondo - è brutto generalizzare, ma non c'è altro modo - sono tutti uguali. Destri, sinistri, ormai la politica e l'ideale sono finiti nell'album dei ricordi, ognuno cerca di saziare la sua sete di potere, a gonfiarsi ancora un po' il portafoglio, e chissenefrega della gente, di quelli che vanno a votare, di chi abita davvero quest'Italia.

Insomma, non so se andrò a votare, ma di certo non mi sentirò in colpa se non ci andrò.

mercoledì 17 marzo 2010

Articolo 21


Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Non ho mai voluto entrare nel merito di tutte le porcherie che stanno inquinando questi ultimi giorni di campagna elettorale (se la si può chiamare così, io non ho mai visto una promozione più triste e appena abbozzata rispetto a quella di queste Regionali). Dalle accuse a Bertolaso all'allontanamento di qualche presidente provinciale, dalle magagne dei destri e dei sinistri alla storia dei panini, delle liste, dei ricorsi e di tutto il resto.

Una volta di più, ci facciamo riconoscere come il Paese di Pulcinella, e amen.

Ma adesso si è veramente passato il limite. Sono settimane che si va avanti con questa squallida storia dei talk show televisivi, che, per grazia ricevuta, sono saltati in toto prima delle elezioni, sconvolgendo il palinsesto Rai e regalando al buon Vinci di Matrix argomenti trascurabili.
Peccato che chi ha richiesto a gran voce l'epurazione della politica dagli schermi televisivi non aveva realizzato che siamo nel 2010, e che quindi la tv è solo uno dei tanti media: l'inarrestabile internet ha fatto il resto, e con una mossa di rara intelligenza (senza ironia, per una volta) il sito del Corriere della Sera si è inventato una sorta di talk show esclusivamente sul web, affidandolo all'ostracizzato Enrico Mentana.

Ma la cosa davvero scandalosa sono le intercettazioni di questi giorni, in cui sembra chiaro e lampante che il nostro caro premier ha fatto palesi e ripetute pressioni per non far andare in onda i programmi di Santoro nell'imminenza delle Regionali.

Ora, mettetevi in tasca tutto quello che volete, truccate gli appalti, prendete mazzette, ma la libertà di stampa è una cosa che non deve essere toccata. Per quanto poco io creda ancora ai giornali e alle televisioni, non ci si può permettere di censurare (esiste un altro verbo? non credo) l'opinione o il giornalismo, e poco importa che il servizio Rai, come sempre, sia di infimo livello.

E come risponde, il perseguitato Presidente del Consiglio? Ripetendo la parola "comunisti" tutte le volte che può, e arrampicandosi su degli specchi infantili, come quello secondo cui la procura di Trani non sarebbe competente. E allora? E' quella la cosa importante, o invece il fatto che siano ormai di dominio pubblico le conversazioni in cui chiedeva a chiare lettere di non far andare in onda questo o quel programma.

Qui custodiet custodes?

mercoledì 10 marzo 2010

La vera democrazia

Di certo tutti avete letto sui giornali e sentito ai TG delle nuove mirabolanti avventure del nostro Paese dei balocchi, in cui venghino, siore e siori, tutto è permesso, e lo spettacolo è assicurato.

Prima imbastiscono tu tutto il grande prologo di Bertolaso, da salvatore della patria a colui che si schierò contro Haiti, per poi metterlo alla berlina sbattendolo in prima pagina come magheggiatore di appalti truccati, abusatore di massaggiatrici e via dicendo (va detto: a me non interessa se il buon Guido si è messo dei soldi in tasca. La Protezione Civile, per quello che possiamo vedere, è una delle poche cose che in Italia funziona, e se lui ci ha guadagnato al passaggio chissenefrega).

Ma poi siamo arrivati al pezzo forte, il teatrino delle liste elettorali non presentate in tempo, e c'è chi va a mangiarsi un panino, chi ricorre (e viene bocciato), e chi, probabilmente sorseggiando un aperitivo, decide di fare una legge (ad personam? non so nemmeno più come definirla) nel vano tentativo di salvare capra e cavoli.

Non credo che ci siano parole in grado di commentare in modo efficace gli eventi degli ultimi giorni, perchè siamo davanti a qualcosa che va al di là dell'immoralità, dell'incostituzionalità e di una serie di altri valori che non andrebbero nemmeno sfiorati.

Ma a questo punto, dico io, perchè non dare in mano ai cittadini la vera democrazia di questo terzo millennio, ovvero il televoto? Fai una telefonata o mandi un sms, voti il tuo candidato, e buonanotte.
Tanto lo sappiamo tutti che è una delle cose più truccate (e truccabili) di questo mondo, ma almeno ne facciamo parlare i giornali per qualche giorno e poi basta, si torna a Sanremo, Amici, Grande Fratello e tutte quelle belle cose che fanno del nostro Paese quello che è.

Un saluto allo Stregatto.

sabato 6 marzo 2010

mercoledì 3 marzo 2010

Viva la patata

Ma no, cos'avete capito, siete i soliti maliziosi.

Il buon Rocco diceva di averle provate tutte, anche tre alla volta. E ovviamente la nostra Italietta, bacchettona come sempre, lo censurava, reo di aver detto chissà cosa, mentre lasciava libere di sculettare mezze nude per tutte le reti nazionali orde di giovinotte.

Oggi la situazione cambia: da Bruxelles, dove è chiaro che c'è un sacco di lavoro, si dà il via libera alla lavorazione della super patata OGM, che pare servirà per la carta e cibi per animali. Nessuno però si cura di sottolineare che sarebbe liberalizzata anche la lavorazione di tre tipi di mais OGM, che potrebbero arrivare anche sulle nostre tavole.

Ora, io non voglio dire che sono contrario a prescindere, che sono un retrogrado e tutto il resto. Il punto è che a oggi non si sa se mangiare frutta e verdure OGM avrà delle conseguenze negative in un futuro. Non voglio scendere nei particolari del perchè non si sa, ma rimane il fatto che le conoscenze a nostra disposizione non sono sufficienti.

Certo, negli USA mangiano OGM da più di 10 anni, e danno pure da mangiare cibo transgenico ai loro animali d'allevamento, con il risultato che il più delle volte queste povere bestie diventano dei freak, tirati su a steroidi e neanche in grado di sostenersi con le proprie zampe da quanto sono pesanti, con delle condizioni vitali che vi lascio immaginare.
Quanto alle condizioni vitali degli americani, bè, sappiamo tutti quale sia il loro tasso di obesità.

Il buon Zaia, che ormai è in tv un giorno sì e l'altro anche, dopo aver messo beceramente il grembiulino di Mc Donald's, per fortuna si è subito schierato contro questa sordida iniziativa della Commissione Europea, ipotizzando addirittura un referendum per decidere il da farsi.

Insomma, viva la patata, purchè sia genuina e italiana.