domenica 28 dicembre 2008

Hope


"Hope is a good thing. Maybe the best of things. And no good thing ever dies."

mercoledì 19 novembre 2008

Roby - 5


20 agosto 2007.

Siamo arrivati a Rodi ieri mattina in traghetto da Atene, dopo aver visto Partenone, Acropoli e tutto il resto.

Un pullman gonfio di greci ci abbandona in mezzo al nulla, scendiamo ignari su una strada scalcinata, finchè un personaggio pittoresco su una macchina in pieni anni '80 ci dà uno strappo fino a destinazione, in una Stegna beach piccola, pulita, simpatica, carina.

Michele, patron degli appartamenti che parla un buon italiano, memore di quando è venuto a fare l'università da noi, ci accoglie calorosamente, ci dà le chiavi della stanza e si offre anche di occuparsi del noleggio del motorino per tutta la settimana. Detto fatto, la sera stessa compare un figuro che ci sbologna per una cifra ridicola un cinquantino monomarcia, che ci porterà a spasso per tutta l'isola.

Ed ecco quindi che stamattina, dopo una colazione come si deve, saliamo in sella allo scooter e ci prepariamo ad esplorare il territorio. Peccato però che la strada che porta fuori da Stegna, verso la rete principale, è tutta a curve quasi cieche e con inclinazioni improponibili. E peccato anche che io non abbia ancora preso la mano con manopole, freni e quant'altro.
Le prime curve vanno vie lisce, ma alla terza o quarta - completamente cieca, va detto - sto palesemente andando troppo forte, vado largo e imbarco. Stringo con tutta la forza i freni, ma non serve a niente, riesco appena a girare il manubrio e ci troviamo contro il muretto opposto, strisciata e botta.

Passa un secondo, non di più, e prima ancora di vedere dove siamo rispetto alla strada, mi giro, la cerco, la vedo, la guardo, ogni centimetro della sua pelle.

"Ti sei fatta male?", e tremo alla risposta.

Ma è tutto a posto, due graffi in croce, niente bolli, ossa tutte intere.

Tiro un respiro di sollievo, e al tempo stesso guardo la mia gamba sinistra, di fianco al polpaccio sono spellato, sangue ovunque, fa capolino anche il bianco della rotula sotto, o quello che è.

Dopo qualche minuto, risaliamo sul cinquantino, arriviamo alla prima farmacia e rovesciamo sulla ferita mezzo flacone di acqua ossigenata, con urla annesse, ma questa è un'altra storia.

giovedì 13 novembre 2008

Roby - 4

22 maggio 2003.

Non so più con quale rocambolesco incastro, mio papà ci accompagna al vetusto aeroporto di Linate, da cui prendiamo un volo VolareWeb per Parigi. Arriviamo a Beauvais, pullman, mezzi vari, ma alla fine siamo nel nostro albergo parigino, niente di spettacolare ma carino, perfetto per una coppia di ventenni (poco più o poco meno, non stiamo a guardare il capello).

Va detto, non siamo in città per un week-end romantico (anche perchè lei ci era appena stata, poche settimane prima), ma perchè tra un paio di giorni, allo Stade de France, saranno in scena Bruce Springsteen & The E Street Band.

Ma Parigi è sempre Parigi, quindi ci facciamo il nostro bel giretto in lungo e in largo, fino a che, passando davanti al miglior albergo della città, notiamo un assembramento di fotografi. Vuoi vedere che...? Però invece niente, questi non sanno nemmeno di chi stiamo parlando. E vabè.

Il giorno dopo, per puro caso, ripassiamo davanti allo stesso albergo, e l'assembramento è più compatto e al tempo stesso meno professionale. Non facciamo nemmeno in tempo ad avvicinarci, e già saltano fuori copie di The Rising, vinili, foto, giornali. Ok, sono dei nostri, lui e la band sono qui. Ovviamente, delle 30 persone circa davanti all'hotel, ci saranno più di 20 italiani, ma tutte persone civili, facce che avevo già visto a Bologna e che impareremo a conoscere negli anni a venire.
Iniziamo la lunga attesa, e nel frattempo scorrazza da quelle parti anche Andre Agassi, il mio mito sportivo assoluto. Solo che sono confuso, reagisco troppo lentamente, ce l'ho a pochi metri ma niente foto. Sarà per la prossima, Andre.
Dopo tre ore di appostamento, e dopo aver visto scorrere gran parte della band (ma niente Clarence), vedo noia, stanchezza e fame negli occhi della mia compagna, e a malincuore abbandono il manipolo di valorosi, con un grande in bocca al lupo.

Mettiamo qualcosa nello stomaco, andiamo su al Sacro Cuore, ci facciamo la nostra bella passeggiata, e verso mezzanotte stiamo tornando nel nostro albergo, per conservare le energie, che domani sarà una lunga giornata. La strada ci porta a passare nuovamente davanti al suo hotel, e da una cinquantina di metri notiamo un pugno di giovani assiepati intorno a qualcuno. Vuoi vedere che...? Allunghiamo il passo, troviamo la conferma, Bruce è lì, in mezzo, a meno di un metro dalla porta girevole dell'albergo, sta facendo foto e firmando autografi. Rovisto in qualsiasi tasca, tiro fuori forse un biglietto della metro, allungo la mano, ma è troppo tardi, lui saluta, si gira e se ne va.

Tirando giù ogni santo, rimaniamo fuori dall'hotel, guardando dentro attraverso le porte a vetri e i finestroni. Lui è lì, guarda fuori, ammicca, tituba, mentre lei lo prega di uscire per un'altra foto, una sola. Non so quanto tempo passa, ma poi Bruce confabula con un armadio a quattro ante della sicurezza e indica la fanciulla al mio fianco, facendo intendere chiaramente che voleva "quella bassina". Io non capisco niente, l'armadio esce, la indica, lei entra nella porta girevole tirandomi dentro per la maglietta, "he's my boyfriend".

Siamo dentro. E' il George V, uno degli alberghi più lussuosi di Francia, è tutto ovattato, è mezzanotte, siamo gli eletti. Farfuglio, bofonchio, le scatto la foto, incespico, tremo quando il flash della macchina fotografica non vuol saperne di funzionare e sono io dall'altra parte, ascolto la risatina di Bruce a pochi centimetri da me, saluto, chiedo The Promise, usciamo.

Siamo fuori, siamo gli eletti, gli sguardi intorno a noi sono di stupore, invidia, odio. La macchina fotografica è ancora analogica, chissà com'è venuta, se è mossa ti mollo. Non capisco niente, non ho memoria di cosa ho detto o pensato mentre tornavamo in albergo.

Il giorno dopo, pioggia, freddo, Who'll stop the rain, 7 nights to rock, Jungleland e tutto il resto.

Lei, dentro, non è riuscita a dirgli praticamente nulla (a memoria). Ma gli avrebbe voluto dire "I think that he loves you more than he loves me".

Neanche a dirlo, con tutto il rispetto per Bruce, non è vero.

domenica 9 novembre 2008

Ninnananna

They built the Titanic to be one of a kind,
but many ships have ruled the seas
They built the Eiffel tower to stand alone,
but they could build another, if they pleased
The Taj Mahal, the pyramids of Egypt are unique, I suppose,
but when the built you Roby, they broke the mold

The world is filled with many wonders
under the passing sun
But sometimes something comes along
and you know, it's for sure the only one
The Mona Lisa, the David, the Sistine Chapel,
Jesus, Mary and Joe
and when they built you Roby, they broke the mold

When they built you Roby
they turned this dust to gold
When they built you Roby
they broke the mold

They say you can't take it with you
but I think that they're wrong
All I know's I woke up this morning
and something big was gone
Gone in to that dark ether
Where you're still young n' hard and cold
Just like when they built you Roby
and broke the mold

Now your death is upon us
And we'll return your ashes to the Earth
And I know you'll take comfort in knowin'
You've been roundly blessed and cursed
But love is a power
Greater than death
Just like the songs and stories told
And when she built you Roby
She broke the mold

A bad attitude is a power stronger than death
Alive n' burnin' or stone cold
And when they built you Roby...

giovedì 6 novembre 2008

Roby - 3

22 giugno 2002.

Marinella di Cutro, microscopico paesino in provincia di Crotone, lontano dal mondo reale.
E lì, lontano dal mondo reale, io stavo facendo l'animatore in un villaggio, a più di 1000km da casa, immerso tra accenti sconosciuti, gente in vacanza, spiagge bianche e bollenti, spettacoli da mettere in scena.

Ora, poco dopo la metà di giugno i villaggi turistici sono dei posti strani. La programmazione bisettimanale in anfiteatro è ancora scarna e in via di definizione, vanno per la maggiore le gare di ballo (liscio), i tornei di carte, le bocce e cose del genere. Questo perchè è ancora bassa stagione, ci sono soprattutto comitive di anziani, (poche) coppie con bambini piccoli, qualche viaggio premio organizzato, qualche gruppo aziendale in vacanza. Di giovani, in pratica, nemmeno l'ombra.

Sarà stato verso ora di pranzo, o al massimo nel primo pomeriggio, che mi compare davanti questa ragazza, piccola, carina, un po' imbarazzata e già con un sorriso grande così. Da bravo marpione, mi lancio all'assalto, e la investo con un fiume di parole, la maggior parte delle quali non aveva il minimo senso. Non solo: quel giorno c'era una sorta di promozione, di una di quelle bevande che si scaldano o si raffreddano scuotendo il bicchierino di plastica. Ed ecco allora che non solo sparo parole a raffica, ma mi metto anche a fare il cretino con queste bibite, lanciandole qua e là, facendo il giocoliere, guadagnandomi ramanzine e quant'altro.

Quella settimana ho continuato a fare l'animatore, ma qualcosa di piccolo, di impercettibile, era cambiato. Tutte le mattine le facevo qualche battuta, ogni volta cercavo di nascondere l'occhiaia da ore piccole con qualche stratagemma, sera dopo sera lei veniva in teatro non tanto per lo spettacolo, quando per quel pirla di 23 anni che l'aveva importunata al suo arrivo.

Il venerdì, finita la serata, ero al bar della piazzetta, stavo facendo due parole con qualcuno, non mi ricordo. Dal nulla esce fuori di nuovo lei, a prendere una bottiglietta d'acqua. E ricomincia il fiume di parole, che però questa volta è a due, parliamo un po' di tutto, chiacchieriamo per un tempo indefinito, ci scambiamo il numero.

Il giorno dopo, o la domenica, dopo aver tirato un'ora improponibile per chissà quale motivo la notte prima, vengo tirato giù dal letto dalla sveglia, mi alzo, cerco di darmi una parvenza di umanità, esco dalla mia camera e percorro il centinaio di metri che dividono le camere dell'equipe dalla hall del villaggio, solo per salutarla e vederla sparire verso l'areoporto con il suo pullman.
Pochi minuti dopo, mi arriva un suo messaggino sul cellulare.

Il resto, è storia.

p.s. la foto lassù dovrebbe essere del 28 o 29 giugno 2002. La prima foto insieme.

martedì 4 novembre 2008

Roby - 2

Sono stato molto fortunato a incontrare una persona come lei, così speciale e unica. E sono stato ancora più fortunato perchè lei mi amava, mi amava davvero. E questo io lo sapevo perchè era impossibile non leggerlo in ognuna delle piccole cose che faceva, ma anche perchè in questi giorni me l'hanno detto e ripetuto amici miei, suoi e amici comuni.

Io l'amavo, l'amo tuttora e in qualche modo l'amerò per sempre, con tutta la pazzia della mia anima. Forse non gliel'ho detto abbastanza, forse qualche volta sono stato troppo orso, forse avrei potuto fare di più, ma sono abbastanza sicuro che se ne sia andata sapendo cosa provavo e provo per lei, e spero che questo le dia forza, ovunque sia.

Mi scendono fiumi di lacrime rileggendo un breve passaggio di un'"intervista", una sorta di gioco che facevamo su un forum che frequentavamo entrambi, in cui rispondeva a una domanda su di me; ma penso che serva, se mai ce ne fosse bisogno, a far capire quanto fosse speciale:

Appunto, fa il ganassa, spesso butta frasi poco gentili o addirittura offensiva ma non lo fa mai con l'intento di farmi male... è il suo modo di fare, poco condivisibile per quanto mi riguarda, ma è così. Prende in giro, provoca, troppo spesso ti irrita, ma fondamentalmente lo fa esclusivamente per mantenere il suo personaggio di "cazzone 24h su 24". Non che indossi una maschera e poi in realtà sia tutta un'altra persona, anzi, ma il suo modo di fare così da orso è solo una piccola parte di lui, quando si impara a conoscerlo capisci che di fatto è solo una presa in giro, pura e semplice provocazione.
Cosa fa di speciale... c'è. Mi ascolta, mi fa le coccole, cucina per me, mi guarda negli occhi e mi dice "Ti amo, piccola" (e io mi sciolgo tutte le volte), mi dice che può fare il cazzone finchè vuole con le altre ma che io sono l'unica, mi fa ridere, mi fa il solletico, quando mi sono fatta male alla caviglia mi ha portato su e giù per le scale nonostante anche la sua schiena non stesse tanto bene, quando va da qualche parte mi porta sempre un regalino per farmi capire che cmq mi ha pensato, mi manda il messaggio del buongiorno appena si sveglia, mi abbraccia quando piango, mi prepara il panino burro di arachidi-marmellata per la merenda dopo che sono stata in giro una giornata per l'uni.
E può fare il pirla finchè vuole, il brillante a vita ma io so che ame me e me soltanto...

Non so, sinceramente, se ho mai amato davvero qualcun'altra.

Di sicuro non ho mai amato nessuna come ho amato lei.

sabato 1 novembre 2008

Roby

Sono stato insieme a Roby per 6 anni, avevamo festeggiato il sesto anniversario proprio giovedì scorso, il 30 ottobre. E quando io l'avevo rimproverata perchè mi aveva fatto un regalo, intimandole di non farlo mai più nelle occasioni future, la sua risposta sorridente è stata: "allora vuol dire che staremo insieme almeno un altro anno!".

Ma io di anni ce ne avrei dati 10, 15, 20...

Roby era una persona speciale. E per me, tra i mille motivi, lo era anche perchè è stata l'unica morosa ufficiale a conoscere mia nonna: proprio il 30 ottobre 2002, il giorno in cui ci siamo messi insieme, ha incontrato la nonna Mea, che se ne sarebbe andata qualche mese più tardi. Mi piace pensare che adesso siano insieme, lassù da qualche parte, e che Roby stia raccontando alla nonna di questi sei anni con il sorriso sulle labbra.

Non sono stato il migliore dei fidanzati: l'ho fatta piangere, urlare, stare male, stare in un angolo e molte altre cose di cui non vado fiero, ma so che lei sapeva quanto io l'amassi, e credo anche di averla resa felice, in questi sei anni.
Perchè come tutti i grandi amori, il nostro era un amore pazzo: abbiamo chiacchierato, discusso, litigato, ci siamo presi a male parole, ci siamo scambiati un milione di baci, abbiamo condiviso vacanze, concerti, gite in moto, università, abbiamo fatto l'amore, abbiamo dormito insieme, abbiamo parlato mille volte - e a ogni anno con un pizzico di serietà in più - del futuro, di mettere su casa, di avere dei bambini, di fare qualcosa di veramente grande.

Bè, io credo che qualcosa di grande l'abbiamo fatto comunque. Roby era la cosa più bella che avessi al mondo, e la persona più importante della mia vita. Credo di essere la persona che la conosceva meglio, a parte i genitori, la sorella e il fratello.
E credo anche che tante delle cose (piccole o grandi) che ho fatto in questi sei anni, non le avrei fatte senza di lei, o comunque avrebbero avuto un significato del tutto diverso.

Ero più vecchio di lei di cinque anni, ma con lei sono diventato grande.

Ogni tanto, scherzando, ci chiedevamo a vicenda "ma tu come faresti senza di me?", dandoci le risposte più strampalate e strafottenti.
Adesso dovrò fare i conti con la realtà di questa cosa, e non ho la minima idea di come affrontarla. Un passo alla volta, credo.

Mi hai insegnato tante cose, 'mo. Farò tutto il possibile per non dimenticarle mai.
E, in un modo o nell'altro, ti amerò per sempre.

p.s. scrivo queste poche righe fin troppo a caldo, cercando un ordine impossibile tra i pensieri. Spero di non essere offensivo o troppo leggero nei confronti di nessuno, ma nel caso me ne scuso.

venerdì 31 ottobre 2008

Trick or treat!



Riporto dal sito ufficiale:

"Dear Friends and Fans,

If you grew up in central or south Jersey, you grew up with the "Jersey Devil." Here's a little musical Halloween treat. Have fun!
"

mercoledì 29 ottobre 2008

Parole parole parole

Quello che vedete qui sopra è un divertente collage delle 100 parole più utilizzate da Barack Obama (aggiornato al 6 ottobre scorso), realizzato con un semplice software che ha analizzato il feed RSS del blog del candidato democratico.

Non sto neanche a postarvi lo stesso collage del candidato opposto, vi basti sapere che la parola scritta più in grande (e quindi che compare più spesso) è "McCain".

Detto questo, oggi l'agognato disegno Gelmini è diventato legge, con tutti gli strascichi che ben si potevano aspettare, con gli estremisti in piazza a legnare gli studenti, cortei e scioperi indetti per domani, perdite di tempo, parole buttate al vento.

Ora, al di là del fatto che non ho mai nascosto una scarsa simpatia per il Ministro dell'Istruzione, di questa riforma mi sento di criticare il ritorno del maestro unico (perchè l'Italia non è più quella di un tempo, in cui un solo maestro alle elementari bastava e avanzava), ma per il resto non vedo il motivo di tutte queste proteste.
Questa mattina chiacchieravo proprio di questo con Giacomo Ferrari, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università del Piemonte Orientale, e ci siamo trovati d'accordo sul fatto che la spirale discendente della nostra scuola e università è iniziata molti anni fa, e non certo con questa amministrazione: per risolvere davvero le cose, sia per i docenti che per gli studenti, ci vorrebbe una riforma a partire dalla fondamenta, una sorta di rivoluzione, un ritorno all'antico tenendo ben presente gli anni in cui viviamo, le opportunità lavorative e tutto il resto.

Ma, si sa, in Italia siamo molto più bravi a scendere in piazza a urlare e a prendercela con questo o con quel politico, piuttosto che dire cose sensate in una sede più consona.

Tutta quell'energia di cui parla Obama, noialtri la usiamo nel modo sbagliato, e questo è uno dei motivi per cui continueremo a essere il paese di mafia, pizza e mandolino.

sabato 25 ottobre 2008

Per caso (ma anche no)


Stavo cercando delle immagini di Alex Ross per un'altro scopo, e mi sono imbattuto in quella che vedete qui sopra.

Che dire? Incisiva, essenziale, significativa.

Approfitto per un breve commento su una delle varie cose sentite ieri, ovvero: come tutti saprete, la quotazione del petrolio è scesa a 62 dollari al barile, la più bassa da un anno e mezzo a questa parte. Ora, al di là del fatto che al distributore questo 40% che il petrolio ha perso non si vede nemmeno a piangere, per tutta reazione l'Opec cosa fa? Annuncia un taglio consistente della produzione, perchè il valore "non può" scendere al di sotto dei 70-90 dollari al barile.

E poi uno non si deve sentire preso in giro quando va a fare benzina?

mercoledì 22 ottobre 2008

Wall-E


L'ho visto qualche sera fa, ma tra una cosa e l'altra ho trovato solo adesso qualche minuto per una mini recensione.

Bellissimo.

La storia è semplice quanto riuscito, l'animazione è straordinaria. Qua e là c'è qualche messaggio ecologista e contro l'obesità, ma non pesano assolutamente sull'ora e mezza circa di pellicola, che scorre benissimo intorno ai due protagonisti, il vetusto Wall-E e la nuovissima Eve, tra la Terra in attesa di essere ripopolata e il mondo artificiale in cui vivono gli umani nello spazio.

Non va dimenticato che non è un film per bambini, anche perchè sarebbe anche ora di svecchiare questa vecchia concezione per cui cartone animato = film per bambini.

Wall-E è un film intelligente, schietto, fresco, originale, e fa una cosa fondamentale, neanche tanto tra le righe: mette in guardia dal presente.

Andate a vederlo, e rimanete fin dopo i titoli di coda.

sabato 18 ottobre 2008

Ho visto la luce (6 anni fa)


Ne ho già scritto un anno esatto fa, qui, ma penso che questo diventerà un post ciclico, anno dopo anno, ad imperitura memoria.

Oggi mi limito a ricordare l'essenziale.

Bruce Springsteen & The E Street Band

18 ottobre 2002 - Bologna, Palamalaguti

01 The rising
02 Lonesome day
03 Night
04 Something in the night
05 Empty sky
06 You're missing
07 Waitin' on a sunny day
08 You can look (but you better not touch)
09 No surrender
10 Worlds apart
11 Badlands
12 She's the one
13 Mary's place
14 Countin' on a miracle
15 Backstreets
16 For You (solo piano)
17 Into the fire
18 Stand on it
19 Dancing in the dark
20 Ramrod
21 Born to run [with Elliot Murphy]
22 My city of ruins
23 Born in the USA
24 Land of hope and dreams
25 Thunder road


...con tanto di coda finale al piano, mentre i roadies stavano cominciando a smontare tutto.

venerdì 17 ottobre 2008

Joe the plumber


Mi sta simpatico, questo Joe l'idraulico.

Perchè se è vero, come disse Andy Warhol, che un quarto d'ora di notorietà non si nega a nessuno, tra i due litiganti Barack Obama e John McCain chi esce vincitore è proprio il terzo, Joe the plumber.

Un po' come se a suo tempo, da noi, tra Berlusconi e Veltroni l'avesse spuntata la casalinga di Voghera.
Joe Wurzelbacher, massiccio idraulico di quasi due metri di Toledo, Ohio, si è fatto strada tra la folla qualche giorno fa e ha chiesto a chiare lettere a Obama se il piano di aumento delle tasse previsto dal candidato democratico gli avrebbe portato vantaggi, o se invece gli avrebbe impedito di realizzare i propri sogni lavorativi. Per farla breve, Obama gli ha risposto - parafrasando - che Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, e che il suo piano finanziario non andrà a colpire chi porta a casa meno di 250.000 dollari all'anno, quindi i tubi e la cassetta degli attrezzi di Joe è al sicuro.

Il botta e risposta tra i due è però diventato quasi subito un caso mediatico, al punto che il repubblicano McCain, durante il dibattito finale, ha citato Joe the plumber una ventina di volte, e il suo avversario lo ha nominato in cinque o sei episodi, eleggendolo a simbolo e fenomeno di questa campagna elettorale, o per lo meno di queste ultime battute.

Mentre i due candidati continuavano il loro duello, Joe si gustava la diretta tv, continuando a rispondere alle domande dei giornalisti e alle telefonate di chi voleva intervistarlo.

E, c'è da scommetterci, il suo quarto d'ora di gloria durerà almeno fino al prossimo 4 novembre.

Dopo, Joe crederà ancora nel sogno americano?

sabato 11 ottobre 2008

Sportivi da sbarco (ovvero: cosa evitare in TV)

Come sapete, sono un grande appassionato di film e serial americani, ma rifuggo invece quasi tutto ciò che è tv, a parte qualche frammento di Striscia la notizia, sport in diretta e poco altro.

Però ci sono cose che non si può evitare di sapere o di vedere, per uno zapping distratto, o peggio ancora perchè sono i quotidiani a raccontarci le interessantissime vicende delle reti generaliste.

E allora, come voi, ecco che ho saputo che, cominciata la nuova stagione televisiva, sono ricominciati anche i reality, puntuali come la morte e le tasse.
Ora, al di là del fatto che sono più che d'accordo con quanto ha detto Fiorello poco tempo fa, sulla tv vecchia, ripetitiva e sempre uguale a se stessa.
Al di là del fatto che Simona Ventura e Paola Perego, le attuali mistress dei reality, mi stiano pesantemente antipatiche.
Al di là del fatto che abbiano tirato fuori dall'armadio pure Paola Barale, e potevamo anche farne a meno.

Al di là di queste e di molte altre cose che non voglio star qui a sottolineare, mi lascia basito la presenza massiccia di sportivi, e anche di un certo livello, in queste trasmissioni per guardoni e cerebrolesi.
Sulla triste Isola della Rai c'era Antonio Cabrini, campione del mondo 1982, e c'è ancora Leonardo Tumiotto, nuotatore professionista sconosciuto ai più. E a fare da inviato, ecco che troviamo invece Filippo Magnini, sfortunato a Pechino, ma sempre nuotatore di altissimo livello.

All'ignobile Talpa di Mediaset ci sono invece Matteo Tagliariol, fresca medaglia d'oro nella spada individuale a Pechino, e Clemente Russo, medaglia d'argento nel pugilato delle stesse Olimpiadi.
Per fortuna ci sono anche Pasquale Laricchia e Franco Trentalance, che loro sì che sono sportivi seri.

Io mi chiedo, queste persone non hanno un minimo di dignità? Hanno portato il tricolore in giro per il mondo, hanno ricevuto il plauso di cronisti, giornalisti e appassionati, e hanno avuto i loro attimi di notorietà, più o meno lunghi. Capisco che la legge del soldo sia sempre la più forte, ma vale la pena di buttare via un'onorata carrieta per andare a fare i buffoni in trasmissioni di bassa lega, andando incontro a inevitabili brutte figure?

Tutto questo senza dimenticare la polemica sulla presenza di Margherita Granbassi ad Annozero, che continua a infuriare.
Ma il dubbio - legittimo, credo - è: se per fare il clown all'Isola o alla Talpa non c'è bisogno di una preparazione particolare, per fare invece la pseudogiornalista (o opinionista, mica si capisce) da Santoro non ci vorrebbe invece qualcosa di più di un bel faccino e una medaglia d'oro sul petto?

Spegnamo la tv, è meglio.

martedì 7 ottobre 2008

L'ignorante, la scimmia, l'antipatica

Anche con tutto lo sforzo possibile, non riesco a capire quale di queste tre megere mi stia più antipatica. Roba che se mai le incontrassi per strada partirebbe lo schiaffo in automatico.


Mariastella Gelmini, oggi Ministro dell'Istruzione. In pratica, colei che per qualche anno deciderà della sorte dei nostri (vostri, via) bambini, senza dimenticare gli universitari e via dicendo.
Ecco, questo personaggio insensato, bresciana doc, è avvocato oggi per via di un esame di stato dato nientepocodimeno che a Reggio Calabria. Dopo che a Catanzaro non si poteva più andare, perchè lo scandalo dei duemila e passa compiti uguali era già saltato fuori. Eh, ma lei doveva lavorare subito, poverina.


Emma Marcegaglia, lei per fortuna laureata con lode alla Bocconi, che almeno con la scuola siamo a posto. Arriva lì, dalla sua acciaieria per colletti bianchi, e si siede sulla sedia ancora calda di Montezemolo. Da allora, qualche sparuto commento - sempre filogovernativo, ci mancherebbe - e un pugno di comparsate qua e là. Finito. Carisma, zero.


E poi abbiamo lei, signori, Sarah Palin. Avevo già avuto modo di parlarne qui, ma tanto vale, rovistiamo ancora nel torbido.
L'altro giorno c'è stato il confronto televisivo tra i due candidati vicepresidenti, la ex Miss Alaska e il giovanotto Joe Biden. Ora, nessuno dei due mi ha fatto (nella mia ignoranza politica a stelle e strisce) una grandissima impressione, ma almeno Biden porta dalla sua l'esperienza, che potrebbe mettere una toppa alla tanto criticata giovane età di Obama. La Palin invece, al di là del suo sorriso ebete, porta il vuoto pneumatico.
Non solo: se (e tocchiamo ferro) McCain dovesse essere eletto, e - cosa non impossibile, visto che il Gerovital non può fare miracoli per sempre - dovesse venirgli un coccolone durante i suoi anni di presidenza, chi si lancerebbe come un giaguaro sulla poltrona della persona più potente del mondo? Esatto, proprio lei, una poco più che quarantenne con il fucile in mano e la sfavillante esperienza politica della sola Alaska.
Se fossi cittadino americano, e avessi ancora qualche dubbio sul candidato da votare, anche al di là del credo politico, questo pensiero li spazzerebbe tutti.

Che amarezza.

venerdì 3 ottobre 2008

CENTO di questi post


E così, ridendo e scherzando, questo è il centesimo post.

Per dirla meglio, in cento occasioni ho scritto qualcosa di probabilmente delirante su queste pagine.

Commenti a fatti di attualità, pseudo recensioni di film, libri, cd e quant'altro, racconti di vacanze, week-end, mangiate e bevute, segnalazioni, interventi del tutto inutili e altro.

Migliaia di parole, chissà quante (e nessuno stia a contarle, mi raccomando!).

A questo centesimo post, che è volontariamente e consapevolmente inutile, una sorta di autocelebrazione prima di lasciarmi la boa alle spalle e proseguire verso il prossimo traguardo dei 1000, ci sono arrivato da solo, ma un piccolo grande grazie va anche a voi che mi leggete.
Perchè se è vero che i commenti sono sempre stati pochi, e non c'è mai stata una grande interazione tra chi scrive e chi legge, so che ci siete, so che mi leggete, e so anche che in un modo o nell'altro qualche volta posso avervi dato qualche spunto di riflessione.

Quindi, questo post numero 100 è mio, ma anche vostro. Fatene buon uso, e magari fatemi sapere.

Al 1000 faremo il punto della situazione.

Keep on rockin' in the free world!

lunedì 29 settembre 2008

Glory Days in Rimini 2008

Venerdì pomeriggio sono partito alla volta di Rimini, per la decima edizione dei Glory Days, la festa annuale per fan di Bruce Springsteen.
Traffico abbastanza scorrevole e tempo più che buono, almeno fino a 50km dall'arrivo, quando un nuvolone nero ha fatto capolino all'orizzonte, attendendomi sulla riviera romagnola con vento incredibile, mare in tempesta, acquazzone annunciato (che poi, per fortuna, non c'è stato).

Nonostante l'evento sia arrivato al suo decimo compleanno, per un motivo o per l'altro non avevo mai partecipato, e quindi quella di questo week-end è stata per me la prima volta.

Un week-end straordinario.



Venerdì sera, allo splendido Rock Island (bellissimo anche perchè è proprio in fondo al molo di Levante di Rimini, cosa che allo stesso tempo lo rendeva relativamente difficile da raggiungere, complice il mare in subbuglio) suonavano Joe Rapolla & The Backstreets (Joe è del New Jersey, cresciuto a pane e rock&roll), seguiti dai Do not cry for the country boy, gruppo folk del tutto particolare, accompagnato dal grande Antonio Gramentieri, e in chiusura un grande show della Joe Castellani Blues Machine, un tributo a Bruce Springsteen che è andato avanti fino all'ultima goccia di sudore, prima di qualche ora di sonno.


Nella giornata di sabato - dopo un paio di birre già la sera prima - ho pranzato con il mio amico Matt, e poi mi sono dedicato a un giro pseudoturistico nel centro di Rimini, recuperando un po' di voce ed energie per la serata di rock che mi aspettava.

E rock fu. Dopo essermi perso l'incursione a sorpresa addirittura di Vinicio Capossela, che ha deliziato i pochi presenti con un breve set, mi sono invece goduto appieno tutto il resto della serata, da Massimo "Casta" Castagnetti alla E Street Shuffle di Daniele Rizzetto, fino alla gigantesca chiusura di Miami & The Groovers, a macinare sudore, chitarre, cori, energia, emozioni.


Ma al di là dei nomi, del rock e delle decine di canzoni suonate e urlate a squarciagola, è stato bello essere lì, con molte facce conosciute, compagni di viaggio in più di un'occasione, a divertirci e a passare insieme questo ultimo fine settimana di settembre.

Domenica c'è stato ancora il tempo per il pranzo di chiusura, con tanto di mini set acustico. Tutti stanchi, assonnati e con occhiaie da day after, ma pronti a passare insieme ancora le ultime ore di festa.


Un doveroso saluto va al padrone di casa, Lorenzo "Miami" Semprini e a sua moglie Silvia, che hanno organizzato tutto l'evento e ci hanno permesso di partecipare a questa decima edizione dei Glory Days. Grazie davvero, ragazzi.

All'anno prossimo!

giovedì 25 settembre 2008

Jack Bauer fa piangere Chuck Norris

Alleggeriamo un po' i toni, dopo qualche post fin troppo serioso.

Come ho già avuto modo di dire, sono un fan accanito di un buon numero di serial americani (roba di qualità, non cose melense e di bassa lega), tra cui ovviamente 24.

Su un forum ho trovato l'immagine postata sopra, e devo dire che merita.

In più, ho scoperto che esiste pure un sito sulla diatriba tra Jack Bauer e Chuck Norris. E' tutto in inglese, ma merita almeno una visitina...

martedì 23 settembre 2008

Nel Paese dei Balocchi


Eh, sembrava secoli fa, quando eravamo tutti qui a chiederci quali immani disastri avrebbero rovinato le Olimpiadi di Pechino.
E poi invece niente, tutto liscio come l'olio, nemmeno qualche ambientalista a lamentarsi per il troppo smog.
Gare, medaglie, entusiasmo, ricchi premi e cotillons, cerimonia finale e tutti a casa, pronti per Londra 2012.
Sembrava fatta.

E invece, TAAAC, ecco che salta fuori l'inghippo del latte tossico cinese, cautamente insabbiato sei giorni prima della cerimonia di apertura, per evitare la rivoluzione.
Poco fa, al TG5, il Ministro Zaia ha accuratamente evitato le domande dei due giornalisti, che giustamente gli chiedevano se in Italia ci sia il rischio di trovare il latte cinese sugli scaffali, e in che direzione si stiano muovendo i controlli.
Personalmente, dubito che nel nostro Paese si possano correre grandi rischi, ma il discorso è un altro: se l'importazione di latte e derivati dalla Cina è proibita dal lontano 2002, perchè tutti fanno orecchie da mercante?

Detto questo, è notizia di ieri quella che prossimamente cani e gatti più pesanti di 6kg non potranno salire sui nostri fantastici treni. Questo in teoria per ovviare al penoso problema delle zecche, pulci e animaletti vari che si ammassano tra le carrozze, portando ad una situazione igienica imbarazzante.
Ora, non sarebbe invece più furbo destinare magari un'intera carrozza a passeggeri con animali (un po' come le spiagge dedicate), e sottoporla a controlli igienici regolari e inflessibili? Credo che sarebbe una soluzione salomonica, che metterebbe tutti d'accordo. Una piccola tassa in più per chi vuol portare il suo Fufi a bordo, e tutti contenti.
Dimenticavo, siamo in Italia, non si può fare.

Un'ultima cosa: ho dato un'occhiata al famoso Decreto Sicurezza varato lo scorso luglio e inerente a abusi di alcol e droga per chi guida. Sono d'accordo su tutta la linea, è una piaga che va combattuta senza alcuna eccezione, e questo lo dice uno che al tempo ne sarebbe stato vittima le belle volte.
Ma una cosa che proprio non mi va giù, al di là della pagliacciate del listino bevitori che deve essere affisso in ogni locale, è la faccenda del sequestro del mezzo: in pratica, per chi venga sorpreso con un tasso di alcol superiore a 1,5 g/l, c'è la multa a 6.000 euro, l'arresto fino a un anno, e il sequestro definitivo del mezzo, che diventa di proprietà dello Stato. Ora, se sui primi due punti non ho nulla da eccepire, mi sembra invece un'immane tavanata quella di requisire per sempre il veicolo. Dov'è il senso? Se ho ecceduto, devo essere punito, e mi venga sequestrata la patente (in modo che io non possa più guidare), ma di certo non la macchina.
Non saprei come altro definirlo, è un abuso di potere.

Nel Paese dei Balocchi, questo ed altro.

Venghino, siori, venghino!

sabato 20 settembre 2008

Trattative, petardi, e Bristol Palin

L'altro giorno si era parlato della vicenda Alitalia, e quindi mi sembra giusto spendere ancora qualche riga sull'argomento, nella speranza che il tutto si concluda nel più breve tempo possibile.

Immagino che tutti quanti abbiamo seguito la fine delle trattative, il ritiro dell'offerta da parte del CAI, l'esultanza da stadio a Fiumicino. Ora, io mi domando e mi chiedo: ma questa gente è stata del tutto lobotomizzata? Non si rendono conto che, stanti così le cose, l'unico futuro è il fallimento, e quindi tutti a casa a fare la calza? E invece, tac, loro festeggiano, urlano, gettano petardi.
Salvo poi, il giorno dopo, realizzare, e cercare un nuovo accordo, facendo la loro bella figura da beoti.

Personalmente, spero che Alitalia fallisca quanto prima. Spero che qualche compagnia o società senza scrupoli compri quello che di buono è rimasto dal fallimento, riassuma i più meritevoli (alle sue condizioni, ovvio) e se ne freghi altamente degli altri, raccomandati, amici e figli di papà. E spero che questo succeda presto.

Detto questo, ripesco dal baule dei ricordi una riflessione che mi era venuta in mente qualche settimana fa, e poi finita nel dimenticatoio (probabilmente anche perchè da qualche tempo i TG si occupano meno delle prossime elezioni americane): vorrei parlare un attimo della vice di McCain, Sarah Palin.


Governatore dell'Alaska (votata da circa 650mila persone: fate voi i conti rispetto a una qualsiasi città italiana), a favore della pena di morte, antiabortista, cacciatrice, Sarah non ascolta Bob Dylan e odia Bruce Springsteen. Già questo basterebbe per farla scivolare alla velocità della luce in fondo alla mia personale classifica di simpatie.
Ma vorrei soffermarmi un attimo sull'antiabortista. Ora, al di là del fatto lei stessa, a maggio, abbia partorito un figlio con la sindrome di Down (per sottolineare la propriacoerenza), proprio all'indomani della sua investitura a vice dell'imbolsito McCain, Sarah ci ha tenuto a fare outing, e a dire di fatto al mondo intero che sua figlia Bristol, 17 anni, è incinta, e ovviamente terrà il bambino.
Una mossa elettorale di indubbio effetto. Ma io mi chiedo, come si sarà arrivati a tutto ciò? Qualche mese fa, su un giornale locale dell'Alaska, qualcuno avrà letto un annuncio del tipo "Ciao, mi chiamo Bristol, mia mamma è stata Miss Alaska, e sto cercando un uomo qualsiasi che mi voglia mettere incinta. Interessati chiamare 555-...."?
Ricordiamolo, stiamo parlando degli USA, dove tutto è possibile.

p.s. Qualche giorno fa, l'amico Filippo mi ha fatto notare che talvolta, leggendo i deliri di queste pagine, si possa avere un'idea di me diversa da quella che è la realtà. Non so dare una risposta a questo dubbio, ma è uno spunto interessante...

sabato 13 settembre 2008

Alitalia e compagnia bella

Non so voi, ma io sono pesantemente infastidito da tutta questa faccenda di Alitalia.

Una compagnia gestita male, che per anni e anni ha continuato a assumere amici, cugini, parenti, raccomandati di questo o quell'esponente, perdendo soldi in modo sconsiderato, creando dei buchi di bilancio pazzeschi, occupando slot che sarebbero stati più utili ad altri, dando un servizio al cliente del tutto mediocre.

Eh, però per chi ci lavora è tutto grasso che cola: settimane corte, stipendi ottimi, diarie pazzesche.

E adesso, che i nodi sono ampiamente venuti al pettine, questi rimangono attaccati alla poltrona, senza scendere a compromesso alcuno. Ma non si rendono conto, questi brillantoni, che nel momento in cui Alitalia fallisca (cosa che personalmente mi auguro accada quanto prima), se ne vanno tutti, indistintamente, a casa? Che nel momento in cui qualcuno si prenda la briga di reruperare dal fallimento mezzi, slot e impiegati, sceglierà autonomamente i suoi uomini, senza curarsi di anzianità e gradi? Che nell'attimo del reclutamento, Air France o chi per essa potrà anche decidere di assumere solo piloti, steward e hostess suoi, fregandosene del tricolore italico?

Non solo: quello che mi lascia a bocca aperta sono anche i sinistri, che non sanno più a cosa attaccarsi, e con la loro faccetta truce dei giorni migliori, riescono anche a dire che se Alitalia crolla tutto il Paese ne subirà le conseguenze.

Rendiamoci conto che le cose stanno esattamente al contrario: questi anni, e anche solo gli ultimi mesi di agonia di Alitalia, sono costati allo Stato una cifra insensata, che difficilmente verrà mai colmata.

E se a pagare questi soldi inutili è lo Stato, indovinata un po', in ultima analisi, nelle tasche di chi va a prenderli.

Muoia Alitalia, e non se ne parli più.

mercoledì 3 settembre 2008

Come si cambia

Ebbene sì, ho lasciato i miei tre o quattro lettori un po' all'asciutto negli ultimi giorni di agosto, ho preferito aspettare settembre per tornare a scrivere qualcosina su questo angolo di mondo (virtuale). Ma adesso si ricomincia a pieno regime, tranquilli, decidete voi se sia un bene o un male.

Stavo riflettendo, tempo fa, su come le nostre abitudini al computer siano cambiate: ricordo gli albori di internet, forse un modem analogico a 28.8kbs, e una lentezza devastante anche solo per scaricare la posta. Che poi, al tempo, si era davvero in pochi a smanettare su email, browser e diavolerie varie, internet in sè era un vezzo per molti e una necessità per pochi. Poi, piano piano, l'ISDN, l'ADSL, la fibra ottica, posta elettronica, blog, facebook e chi più ne ha più ne metta.

Oggi internet è praticamente indispensabile: per lavorare, per studiare, per restare in contatto con amici vicini e lontani. Non solo: ognuno di noi ha ormai una routine ben consolidata, dal momento in cui accende il pc, per un tempo indefinito, breve ma estremamente elastico.
Per quanto mi riguarda, la routine cambia ogni - in modo approssimativo, anche qui siamo nell'indefinibile - sei mesi circa, quella attuale prevede:
- accensione del pc
- attesa, mentre gli anziani ingranaggi fanno il loro lavoro e ciò che rimane della calura estiva mette a dura prova le ventole
- attesa, mentre tutto si carica come si deve, antivirus e firewall in testa
- Thunderbird, per controllare parte della posta
- Firefox, Gmail, per controllare la posta restante
- FF, Facebook, per guardare in modo rapido eventuali aggiornamenti
- FF, giro veloce su un paio di forum che frequento
- FF, siti di repubblica, corriere della sera e gazzetta dello sport
- FF, un paio di blog che ho nei preferiti, a random

Più varie ed eventuali.
Ora, sembrerà una routine di pochi minuti, ma le variabili sono infinite: già solo leggere con attenzione un paio di mail che possono essere arrivate, e rispondere decentemente porta via più tempo, e lo stesso dicasi per chissà quanti post nuovi sui forum, o notizie inportanti sui vari quotidiani online, o interventi di interesse sul blog del terzo o del quarto... Tutto questo tenendo presente che una volta perdevo molto più tempo per il cazzeggio, e oggi invece cerco di ridurlo al minimo.

Come si cambia, eh?

domenica 24 agosto 2008

Ciao ciao Beijing 2008

Con una cerimonia imponente quanto quella di apertura, oggi si sono chiuse le Olimpiadi di Beijing, e c'è già chi vuol dare le pagelle: organizzazione perfetta, campanilismo peggiore di quello di Berlino 1936, giudici di parte, medaglie eque... Non saprei dare un giudizio degno di questo nome, quindi evito di mettere bocca.

Per quanto mi riguarda, si era parlato così tanto di questi Giochi nelle settimane che hanno preceduto l'apertura, che non ne volevo più sapere di atletica, nuoto, salti, tuffi, corse e via dicendo.
Ma poi, tra le chiacchere con gli amici e l'apparente immobilità di questo agosto, mi sono (almeno un pochino) fatto prendere, e ho cominciato a guardare qualche gara: la grande avventura di Michael Phelps, con i suoi 8 ori; la delusione e poi la vittoria di Federica Pellegrini; le nefandezze (sono sembrate talmente palesi a me, ignorante in materia, che mi permetto di giudicare) dei giudici negli anelli individuali maschili; i record e i balletti di Usaim Bolt, l'uomo più veloce del mondo; l'impresa di Josefa Idem, alla sua settima partecipazione alle Olimpiadi. Questi solo per dirne alcuni, poi ho buttato l'occhio anche su qualche altra specialità, senza esagerare ma sempre con un discreto interesse.

E ora, cosa rimane? Un medagliere pieno di numeri, critiche e plausi, foto e video, e quattro anni di attesa per Londra 2012.

E un pensiero, per non sbagliare, per De Coubertin.

domenica 17 agosto 2008

Brevi di metà agosto

Come certamente i miei tre o quattro lettori avranno notato, in questo mese di agosto i miei post si sono un poco rarefatti, una sorta di pausa estiva che poi tanto pausa non è.

Un anno fa esatto me ne partivo alla volta di Atene e Rodi, mentre a questo giro rimango a casetta, vedrò poi comedovequando inserire una qualche vacanza, che, comunque vada, ci vuole.

Nel frattempo, invece di starmene (come forse dovrei) con le mani in mano, in questa estate calda-fredda-piovosa-grandinosa e via dicendo, continuo a fare un sacco di cose, vi butto giusto qualche pillola, più o meno utile.

Ho visto al cinema The Dark Knight, e mi è piaciuto molto. Peccato per il doppiaggio, orrido per il protagonista e da migliorare per il Joker, ma ottimi tutti quanti, da Bale a Ledger, passando per Eckart, Freeman e Caine. Non fatevi trarre in inganno da tutto il bailamme che è girato intorno al film, e non fatevi fregare nemmeno dal fatto che possa sembrare un film supereroistico per bambini e adolescenti. E' un bel film, con una regia egregia e ottimi interpreti. Punto.

Sto leggendo The Host, di Stephenie Meyer. Dopo essere rimasto favorevolmente colpito dai primi tre volumi della saga iniziata con Twilight, ho preso anche questo tomo della scrittrice, che però al momento non mi sta convincendo del tutto. Vi saprò dire, comunque.

Ho scoperto Facebook, e sono di fatto entrato nel tunnel. Se MySpace, infatti, non mi aveva mai convinto (e non ricordo nemmeno se mi ero iscritto, ma credo di no), Facebook è invece uno strumento pazzesco, che consente di ritrovare vecchi amici magari sparsi per il mondo e allargare il proprio entourage in modo infinito, riuscendo a tenersi in contatto in tempo reale. Ottimo, veramente, consiglio a tutti di farci un giretto.

In chiusura, sto ovviamente seguendo queste Olimpiadi cinesi. Non in modo spasmodico e nemmeno con un interesse estremo, ma ho visto molto volentieri tutte e 8 le gare, con rispettive medaglie d'oro, di quel mostro che è Michael Phelps, più quelle della Pellegrini e qualche competizione con azzurri in corsa, qualche frammento di ginnastica artistica e di atletica. Pensavo molto peggio, e invece sia l'organizzazione che tutto il resto paiono funzionare senza problemi.

Proprio per aggiungere un p.s., sto pure cominciando a mettere le basi per la tesi della laurea specialistica, ma di quello avremo tempo di parlare più avanti...

lunedì 11 agosto 2008

Barefoot at Capefest


Ok, lo ammetto (e so che la cosa mi farà perdere un milione di punti), sono stato un fan della serie TV Dawson's Creek, e non me ne pento. Ammetto degli evidenti buchi di sceneggiatura, alcuni dialoghi del tutto incredibili e delle pecche qua e là, ma rimango comunque un fan.

Da qualche settimana, quando riesco a trovare il tempo, guardo più che volentieri le vecchie puntate su Fox, per poterle finalmente gustare in inglese (e rabbrividire di fronte ai disastri di adattamento e doppiaggio italiani).

Oggi ho visto l'episodio 3x11, "Barefoot at Capefest", che si chiude con un dialogo che mi è sempre piaciuto, chissà perchè.

Joey: [...] I also wanted to remind you that, even though sometimes my emotions, particularly jealousy, uhh, sometimes get the best of me, I still hear you. No matter how much we yell, or, no matter how quiet you are. I hear you, Dawson.

Dawson: I hear you too, Joey.

sabato 2 agosto 2008

Estate (?)

D'estate, lo sappiamo tutti, sembra che succedano sempre meno cose rispetto al resto dell'anno.

Il campionato di calcio si gioca sui banchi del calciomercato, l'anno giudiziario finisce, i politicanti allentano le cravatte e se ne vanno al mare per ritemprarsi dalle grandi fatiche, e i giornalisti stessi sembrano avere meno voglia di lavorare.

E nel contempo, per non farci mancare niente e al tempo stesso per riempire le pagine di quotidiani e rotocalchi, è tutto un fiorire dell'immancabile accoppiata tette&culi, che sempre più spesso appartengono a illustri sconosciuti, tronisti, prezzemoline, nuovi mostri e compagnia bella.

Ma io mi chiedo, con tutta la buona volontà, un turista che arrivi in Italia cosa potrà mai pensare? A parte i costi devastanti di lettini, sdraio e ombrelloni, e a parte i prezzi esorbitanti di pranzi, cene, aperitivi e gelati, gli toccherà pure vedere il nostro bel Paese colmo di immondizia (non più a Napoli, a quanto pare, ma in ogni altro pertugio mediatico) e vuoto di eventi?

Meditiamo, gente, meditiamo. E magari, per una volta, diamo un'occhiata a ciò che succede all'estero.

martedì 22 luglio 2008

Stay hungry, stay alive!


Sono tornato ieri sera da Barcellona.

Per puro caso, negli stessi giorni in cui ero lì era nei paraggi anche un certo Bruce Springsteen, con tutta la famiglia e, già che c'era, anche con tutta la E Street Band.

E se il buon Bruce si fermava per un paio di tappe in quel del Camp Nou, già che ero lì, mica potevo tirarmi indietro e non andarci anch'io, no?

Amenità e scemenze a parte, avevo preso i biglietti (prato, che domande) per il concerto di domenica 20 luglio già a dicembre, mentre solo una decina di giorni fa ho recuperato quelli (tribuna, e amen) per lo show di sabato 19.
Atterrato a El Prat a metà pomeriggio di sabato 18, per un giorno e mezzo abbondante ho fatto il turista, con la morosa e vari amici springsteeniani che già sapevo di trovare in loco.
Ramblas, Sagrada Familia, Barrio Gotico, tapas, cervezas, palitos e via dicendo, senza esagerare ma al tempo stesso senza farmi mancare nulla, e poi finalmente, intorno alle 21.30 di sabato 19, al Camp Nou, per il primo concerto, seduto (si fa per dire, ovviamente siamo poi rimasti in piedi dal primo all'ultimo pezzo) in un ottimo posto di tribuna, sulla sinistra del palco.
Una scaletta un po' sgangherata, va detto, ma la presenza di Backstreets E Jungleland l'hanno resa indubbiamente godibile.
Finito lo show, abbandono subito l'idea di iniziare immediatamente la fila per il giorno dopo, e torno in albergo per almeno qualche ora di sonno, con l'idea di tornare davanti allo stadio intorno alle 10 del giorno dopo.
Per fortuna riesco a svegliarmi in tempo e anche a fare colazione (zuccheri e liquidi si dimostreranno indispensabili nel corso della giornata), e poco dopo le 10 sono davanti al Camp Nou. Prendo il mio numerino (796) e nel giro di un paio d'ore sbrigo anche la pratica braccialetti (che danno diritto all'accesso nel pit, la zona transennata di fronte al palco) e rimango libero di vagare per qualche ora: ed è sempre un piacere trascorrere le ore di attesa in compagnia delle "familiar faces", quella grande famiglia di fans con cui si condivide sole, pioggia, sudore, insulti, sorrisi, lacrime e quant'altro. Tony, Alessandro, Gabriele, Angela, Rob, Filippo, Mauro, Mario, Daniela, Vittorio, Gianluca, Pierpaolo sono soli alcuni dei personaggi con cui ho viaggiato, chiacchierato, mangiato, diviso stanze d'albergo, commentato senza voce al mixer alla fine, riso, pianto, aspettato.
Intorno alle 17 ci rimettiamo più o meno ordinatamente in fila, e ci prepariamo allo sprint finale, quello in cui per qualche attimo le amicizie si interrompono, non si guarda in faccia a nessuno, si dribblano i buffi ometti della security e si corre con l'unico obiettivo della transenna. In più c'è da dire che lo stadio in sè non aiuta: almeno trenta scalini ripidi in discesa, e poi una decina in salita, con la rampa finale che è larga per una persona appena; non solo: sul campo ci aspetta un telone in cui i piedi sembrano affondare, con la corsa che quindi viene rallentata.
I mesi di corsa pagano, e riesco a bruciare 2-300 numeri, arrivando brillantemente davanti al palchetto di destra, assicurandomi quindi di avere Bruce a mezzo metro in almeno un paio di occasioni.
Le quattro ore e passa che mi separano dall'inizio del concerto scorrono abbastanza rapidamente, e poco dopo le 22 le luci del Camp Nou gremito si spengono, e parte la classica musichetta di intro. Di lì in poi, saranno tre ore di rock e divertimento puro, senza sosta: una bellissima versione di This hard land, l'accoppiata elettrica Youngstown - Murder Incorporated e I'm going down sono solo alcuni dei pezzi che risalteranno nella scaletta (anche se, quando ho letto che su quella manoscritta era prevista Drive all night, mi sono morso le mani fino ai gomiti), fino alla grande festa finale con figli dei vari componenti della band sul palco, Evan James Springsteen alla chitarra acustica, American Land e Twist & Shout, con tutto lo stadio in delirio.
Alla fine, mentre contavamo i menischi distrutti nel corso della serata, i dolori vari ed eventuali, la stanchezza, il sudore e la fame, le facce erano un po' assonnate ma contente, felici di aver assistito all'ultimo atto europeo di questo tour.
Personalmente, mi ha fatto un po' impressione vedere l'enorme sassofonista nero Clarence Clemons che veniva trasportato dai camerini al retro palco (20-30 metri, non di più) con una macchinetta da golf, e la sua lunga e lenta uscita di scena a fine show non ha fatto che confermare le sue precarie condizioni di salute. Ma ci voglio credere, il Big Man ha ancora delle cartucce da sparare.

Dopo aver raccattato un panino e una birra (in Spagna non c'è l'abitudine dei porchettari nostrani, quindi l'impresa è stata ardua), grazie alla strepitosa organizzazione iberica ci siamo fatto il lungo viaggio verso l'albergo a piedi, raggiungendo il materasso alle 3.20 abbondanti.
Il mattino dopo, un breve giro per la città, due acquisti dell'ultimo momento e poi via verso l'areoporto. Al terminal, nemmeno a dirlo, è stato tutto un fiorire di magliette di Springsteen, braccialetti del pit, numeri sul dorso delle mani.
E sorrisi da tutte le parti.

Stay hungry, stay alive!

mercoledì 16 luglio 2008

News of the World


Negli ultimi giorni sono successe un po' di cose, facciamo un breve sunto, tanto per non lasciare nulla al caso.

1. Eluana. Saranno dieci giorni ormai che si discute la sentenza che permetterebbe di staccare le macchine che alimentano in modo artificiale la povera ragazza ormai da anni in stato vegetativo (e senza alcuna speranza di miglioramento). Ora, io concordo con chi la definisce, di fatto, un'eutanasia. Non nascondiamoci dietro a un dito, tra far terminare in modo attivo, con un'iniezione o quello che sia, la vita di una persona, o invece in modo "passivo", smettendo di darle da mangiare e da bere, la differenza è davvero poca.
Comunque, dicevo, concordo con chi sostiene che sia di fatto un'eutanasia, ma non sono certo contrario. Se è vero che siamo su questo mondo per qualche motivo, e che si spera - a prescindere dalla religione - in un qualcosa dopo, credo che Eluana abbia già fatto tutto quello che poteva, e che quindi le dovrebbe essere concesso di arrivarci il prima possibile, in questo dopo.
Non credo che le polemiche si spegneranno molto presto, staremo a vedere.

2. Matteo Cambi. Non mi è mai stato simpatico, non l'ho mai apprezzato come persona o come imprenditore. E' semplicemente uno che ha avuto il denaro e la fortuna per disegnare (probabilmente dopo un centinaio di canne) una margherita sgangherata su una maglietta, per metterla addosso a qualche calciatore in discoteca e farla quindi diventare un marchio di successo, arrivando a guadagni devastanti.
Peccato però che il pirletta volesse fare un po' troppo il grand'uomo, e quindi ecco che in pochi anni riesce a bruciare circa 60 milioni di euro.
Fin qui tutto bene (si fa per dire), ma secondo me c'è qualcosa che non quadra. Come si fa, infatti, a bruciare completamente sessanta milioni di euro, più il capitale della società e tutto il resto, arrivando a un totale che sarà almeno il doppio? Io sospetto che sotto ci sia qualcosa di più o di più grosso, probabilmente qualche traffico illecito. O altrimenti, se queste sono solo fregnacce, allora Matteo Cambi è uno dei più grandi deficienti della storia.

3. Ronaldinho al Milan. Dopo mille batti e ribatti, finalmente ieri sera è stato ufficializzato il passaggio del brasiliano al club rossonero, con un contratto di circa 21 milioni di euro per tre anni.
Meno male che la telenovela è finita, personalmente non ne potevo più. Ma a parte questo, entrando nel solito ruolo da c.t. del lunedì, al Milan serve davvero un giocatore come Ronaldinho? Penso di no, avrebbe fatto meglio a rinforzare la difesa, e a cercare qualche centrocampista arretrato. Ma al Milan serve il personaggio Ronaldinho, qualcuno che sposti i riflettori lontano dall'Inter di Mourinho, cercando di tornare al centro dell'attenzione, sia mediatica che - immagino la speranza sia questa - calcistica.

p.s. ciao Gianfranco!

venerdì 11 luglio 2008

La fuffa dell'iPhone


Non so a voi, ma a me tutto questo polverone sollevato dall'arrivo dell'iPhone ha bellamente rotto le scatole.

Tra ieri e oggi, TUTTI i telegiornali e quotidiani hanno dedicato servizi, foto, articoli al telefonino di casa Apple, andando così a regalare una pubblicità gratuita di impatto notevolissimo.

Che poi, "regalare" è una parola grossa: al momento l'iPhone è acquistabile attraverso Tim e Vodafone, che guarda caso si distinguono come big spenders proprio sugli stessi giornali e sulle stessi rete televisive che tanto spazio hanno dedicato al nuovo melafonino. Sarei quindi troppo malizioso, se pensassi che con una telefonatina (e di nuovo) le alte sfere avessero chiesto ai vari redattori di spingere un po' il loro prodotto, creando così un nuovo caso mediatico? Non credo.

Ma al di là di questo, lo scandalo vero e proprio è rappresentato dalle file che le persone hanno cominciato a fare già ieri pomeriggio, per poter comprare l'iPhone all'apertura dei negozi, questa mattina (e figuriamoci che qualcuno ha anche predisposto un'apertura notturna, sull'esempio dei libri di Harry Potter e compagnia bella). Pazzesco. Pazzesco anche perchè sono ormai mesi se non anni che si va avanti a discutere del caro petrolio, dell'aumento incontrollato dei prezzi, del fatto che non si arriva alla fine del mese, e poi, tac, ecco che la gente fa la fila per spendere un sacco di soldi (da 399 a 599 euro, se non ho capito male) per mettersi in tasca un telefonino.

Ma parliamo, rapidamente, proprio dell'iPhone.
E' bello? Sì, è innegabile, in casa Apple badano sempre all'estetica con grande cura, e anche questa volta il risultato è ottimo.
E' piccolo? Certamente no. E in questo mondo in cui avercelo grosso non va più di moda, ma anzi, si fa di tutto per averlo il più piccolo possibile, i suoi 115,5mm x 62,1mm x 12,3mm, uniti a un peso di 133 grammi, non lo rendono così appetibile.
Ha funzioni pazzesche e innovative: sì e no. Perchè se da una parte il touchscreen sembra davvero proiettato verso il futuro, dall'altra l'incapacità di inviare MMS, ipotizzando un utilizzo a tutto campo dell'email anche sul cellulare, lascia abbastanza perplessi.

In definitiva, personalmente non lo comprerei mai, e butterei via 399 euro (o 599) per qualcosa di più furbo.

Questo, ovviamente, arrivando alla fine del mese senza grandi sforzi.

mercoledì 9 luglio 2008

Va bene tutto, però...

Come ormai tutti saprete, ieri si è consumata quella nefanda tristezza della merenda (come altro chiamarla? comizio no, girotondo no, assemblea no...) di Di Pietro, nel bel mezzo di Piazza Navona, mica sul lido di Ostia.

Tonino (con un'orrida camicia bianca che gli permetteva di sfoggiare il fisico scolpito) si è quindi unito ai suoi compagni di merende Travaglio, Guzzanti, Grillo (al telefono, probabilmente aveva di meglio da fare che perdere tempo a Roma) e compagnia cantante.

Tutti insieme, con uno sforzo di cervello evidentemente devastante, hanno trasformato quella che poteva essere una - rispettabile, anche se non condivisibile - manifestazione di dissenso in un baraccone, una goliardata sfuggita di mano, un qualcosa di grottesco, brutto, inutile e di cattivo gusto.

Povero, Tonino. Lui, che dice di mettere apposta errori di italiano e grammatica nei suoi discorsi, perchè sì, perchè così risulta più simpatico alla folla, non ce l'ha fatta. Non ce l'ha fatta a mantenere una linea critica ma al tempo stesso pacata e credibile, mandando all'aria la merenda di ieri e beccandosi ingiurie, critiche, cazziatoni e via dicendo quasi da ogni forza politica.

Sono il primo a difendere l'ironia sulla politica, perchè è giusto che sia così, come è giusto che la satira (quella buona, e ormai ne è rimasta poca) abbia il suo spazio sulle tv come sui giornali. Ma non sono certo il primo a dire che cose di cattivo gusto come quelle che ha sputato fuori ieri la Guzzanti vanno al di là di ogni schieramento, al di là di ogni cervello e intelligenza, vanno al di là e basta.

Oltre al fatto che sono trovate di basso rango. Sono venute fuori le intercettazioni di presunte raccomandazioni del Silvio, ok, tutti d'accordo. Ed ecco che la Guzzanti non trova di meglio da fare che intonare una canzoncina da osteria mettendoci dentro lo stesso Silvio impegnato in turpi attività con Mara Carfagna, senza lesinare su particolari più o meno bollenti. Ovvio che Mara l'abbia querelata seduta stante, ci mancherebbe altro.
Ma come se non bastasse questo, la Guzzanti se l'è presa pure col Papa, dicendo nefandezze che preferisco non riportare, non tanto perchè il Pontefice mi stia particolarmente simpatico, ma perchè penso che ci sia un limite da non superare, e qui invece, come si dice in buon italiano, si è abbondantemente pisciato fuori dal vaso.

Spero solo che il nostro amico Benedetto XVI non sporga querela, non si abbassi al livello di Guzzanti, Travaglio, Di Pietro, Vanni e Pacciani. Non c'è problema. Basta sibilare qualche parolina all'orecchio delle fide Guardie Svizzere, che vadano a dare una bella mazzolata notturna a quel branco di debosciati.

E poi vedremo, chi ride ancora.

giovedì 3 luglio 2008

Ancora una volta, donne

Il Magazine del Corriere della Sera in edicola oggi sbatte in copertina quel gran pezzo di figliola che è Ana Ivanovic. Che tra l'altro, giusto per gradire, si è portata a casa poche settimane fa il trofeo del Roland Garros, ed è diventata numero 1 del mondo.

Ovviamente il Magazine giunge tardi, su queste pagine virtuali ci si era già occupati della bella Ana a marzo...

Nel frattempo, approfitto per segnalare un'altra triste dipartita per chi bazzica le vie intorno alla E Street: alla veneranda età di 93 anni, Madame Marie, la cartomante di Asbury Park, se n'è andata per sempre. Sul sito della Asbury Park Press se ne può leggere qualche riga, mentre sul suo sito ufficiale è lo stesso Springsteen a ricordarla.

Io preferisco farle il mio (minuscolo) omaggio riportando la strofa di 4th of July, Asbury Park (Sandy) che la riguarda:

Sandy, the angels have lost our desire for us
I spoke to 'em just last night and they said they won't set themselves on fire for us anymore
Every summer when the weather gets hot they ride that road down from heaven on their Harleys they come and they go
And you can see 'em dressed like stars in all the cheap little seashore bars parked making love with their babies out on the Kokomo
Well the cops finally busted Madame Marie for tellin' fortunes better than they do
This boardwalk life for me is through
You know you ought to quit this scene too

giovedì 26 giugno 2008

Twist & Shout


Come i più attenti dei miei 3 o 4 lettori avranno sicuramente intuito, ieri sera ero in quel di San Siro, per l'unica data estiva in Italia di Bruce Springsteen & The E Street Band.

In realtà sono arrivato davanti al Meazza intorno alla mezzanotte di martedì 24, con la speranza di avere un ottimo posto, trovandomi invece al numero 325 della lista dei già presenti; pit sicuro, dunque, ma niente prima fila. Con il senno di poi, sarà stato meglio così, nella tonnara dello stadio caldo e afa erano insopportabili già nelle medie retrovie, non oso pensare di fronto al palco, con l'ammassamento totale.

Comunque sia. La nottata scorre via abbastanza tranquilla, e magicamente già intorno alle 10 di ieri mattina distribuiscono i braccialetti con cui i duri e puri hanno accesso al pit, lasciando poi quindi mezza giornata libera a tutti quanti. Il tempo di chiacchierare un po' con le vecchie facce familiari che fa sempre piacere rivedere, mangiare qualcosa e soprattutto ingerire quanti più liquidi possibili per far fronte al caldo davvero esagerato della giornata.

Poco dopo le 15, tutti di nuovo in fila sotto il sole cocente, per un'estenuante attesa di oltre due ore, prima dell'apertura dei sacri cancelli e dell'ingresso sul campo, solo noi (2000 persone circa in totale) al centro del mondo, con gli altri che sono poi arrivati alla spicciolata.

Alle 20.50 circa, con il sole ancora relativamente alto, le luci si spengono, parte il carillon d'inizio show e quindi inizia lo spettacolo vero e proprio, che si protrarrà per tre ore piene e tirate, infischiandosene delle direttive comunali che minacciavano di staccare la spina alle 23.30.

E se l'inizio è spumeggiante, con una Summertime blues d'altri tempi, seguita a ruota da Out in the street, il concerto continua poi pescando a piene mani dall'album Darkness on the edge of town (6 i pezzi che ne verranno eseguiti), ed è poi nel momento in cui Bruce scruta i cartelli delle richieste che succede il finimondo, quando attacca prima None but the brave e poi Hungry heart.
Su una Because the night già tiratissima, Nils Lofgren infila un assolo scatenante, dimostrando ancora una volta le sue qualità di chitarrista.
Ma è dopo una I'm on fire intensissima, con Springsteen a cantare ad occhi chiusi su una sedia di legno a meno di un metro dai fan più vicini, che parte l'intro al pianoforte di Roy Bittan, quell'intro su cui gli appassionati di vecchia data non possono che sentire una fitta al cuore e preparare le lacrime. Perchè Racing in the street è una di quelle canzoni che ti muove qualcosa dentro, che ti prende nel pugno le emozioni e non le lascia andare via fino all'ultimo alito di pianoforte.
A novembre, almeno una lacrima su Incident on 57th street mi era scesa, e ieri sera ho fatto abbondantemente il bis.

Lo spazio per le sorprese però non è finito, perchè nei bis arriva una scoppiettante Detroit medley, con tanto di cartello sul secondo anello illuminato dall'occhio di bue, Rosalita e poi, quando sembra davvero che sia ora di spegnere l'interruttore, ecco che Bruce imbraccia nuovamente la chitarra e saluta tutti con una Twist & Shout d'altri tempo, con i 60mila di San Siro impazziti.

Una scaletta pazzesca, insomma, energia pura per tutte le 3 ore di concerto. E, come sempre, c'è da ringraziare Springsteen e tutta la band, oltre che i volti amici con cui ho diviso l'attesa e poi lo show.

Prossima fermata, Barcellona, Camp Nou, 19-20 luglio.

All aboard!

lunedì 23 giugno 2008

Si torna a casa


E finisce così.

Nel silenzio generale, solo il suono di qualche bottiglia di birra ormai vuota a riempire il sacco della spazzatura, il fruscio di bandiere già pronte a sventolare, i clacson delle macchine più silenzioso che mai.

Fischi a non finire a Di Natale, manone di Casillas, triplo fischio e tutti a casa.

Giù a dare la colpa a Donadoni, a non capire perchè Del Piero, entrato proprio per i rigori, avrebbe dovuto aspettare l'ultimo, perchè Toni, esausto dopo una stagione evidentemente durissima, ha dovuto giocare ogni minuto di ogni partita, perchè Camoranesi non è entrato prima, perchè Cassano non è mai andato verso la porta.

Domande, queste, che rimarranno senza risposta insieme a mille altre.

Da come abbiamo giocato le nostre quattro partite, avremmo meritato di tornare a casa già qualche giorno fa, ma almeno ci siamo tolti la soddisfazione di battere i francesi, e di sfidare la sorte che ci aveva già sorriso nella notte di Berlino, sul dischetto del rigore.

Ma è andata male, pazienza.

mercoledì 18 giugno 2008

Viva l'Italia!


E' andata.

La partita più discussa dell'anno, contro gli odiati cugini transalpini, mentre dall'altra parte il buon vecchio Marco Van Basten metteva in campo tutte le riserve e vinceva comunque contro la Romania, l'abbiamo vinta noi.

Con la Francia in 10 per 80 minuti buoni, con una sassata di Pirlo su rigore, con un tiraccio di De Rossi prontamente deviato da Henry, ma è andata.

Quindi, in pratica, la Nazionale di Donadoni è una squadra bollita, incapace di creare gioco e con una difesa imbarazzante, come si diceva all'indomani della prima partita contro l'Olanda, oppure invece è una squadra forte, in grado di impensierire gli avversari e di arrivare fino alla fine, come si comincia a dire sottovoce oggi?

Penso che la verità stia nel mezzo: se De Rossi sembra insostituibile, e Buffon è la saracinesca di sempre, Toni invece appare parecchio stanco (sia nella corsa che nelle conclusioni), Perrotta non trova il suo gioco migliore e Cassano, invocato ieri come salvatore della patria, ha fatto proprio poco.
Sarà che avendo visto tre Italie diverse in campo in tre partite diverse, è difficile dare dei giudizi concreti, ma dubito che troveremo la formazione ideale prima della fine di questa nostra avventura. E se da una parte la squalifica per il prossimo match di Pirlo e Gattuso può dare pensieri a Donadoni, dall'altra almeno gli leva dei dubbi sulle molteplici possibilità di chi mettere in campo contro la Spagna.

Spagna che, tra parentesi, non ho ancora avuto modo di veder giocare, ma a quanto ho letto, è una delle formazioni più attive di questa competizione.

Incrociamo le dita, e stiamo a vedere.

p.s. I più attenti di voi se ne saranno probabilmente già accorti, ma dalla sera di ieri è possibile scaricare la nuova versione 3.0 di Firefox (chi non ce l'ha ancora si batta il petto, e poi cestini per sempre quel rottame di Internet Explorer). Nel dubbio, date un aiutino a Mozilla per entrare nel Guinness dei Primati con il maggior numero di download effettuati: